La guida di Roberta

Roberta
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Visite turistiche

L'antica Casteldurante si trova a 10 km da Sant'Angelo in Vado, nella valle del fiume Metauro. La "Signora del Metauro" è una cittadina ricca di tesori di arte, storia e natura. Da non perdere una visita alla chiesa dei morti, dove si trovano i corpi di 18 persone mummificate naturalmente, ognuno con una propria storia. Il luogo è noto per il curioso fenomeno della mummificazione naturale, dovuto ad una particolare muffa che ha essiccato i cadaveri succhiandone gli umori. La visita è esclusivamente guidata e ha una durata di una mezz’oretta circa, durante la quale la guida vi racconterà le storie di questi sventurati… dalla giovane donna morta di parto cesareo, al giovane accoltellato mentre danzava fino allo sventurato sepolto vivo in stato di morte apparente. Forse un po' inquietante ma molto interessante. Una visita merita sicuramente il Barco Ducale, luogo unico per bellezza, un tempo tenuta di caccia dei duchi di Urbino, nel quale è conservata splendidamente la grande villa realizzata da Francesco di Giorgio Martini per il Duca Federico II da Montefeltro, con la settecentesca chiesa centrale di San Giovanni Battista del celebre Architetto Vanvitelli. Tutto intorno si estende un meraviglioso parco dove passeggiare godendone la pace e la bellezza. Ma la città riserva la sua anima più vera e complessa all'interno delle mura, tra i vicoli del centro storico, i ponti che si affacciano sul fiume con altezze vertiginose, le botteghe artigiane di ceramica, e i molti locali dove prendersi una pausa tra una chiesa e l'altra. Il Bosco dei Folletti è un posto incantato all'interno dell'oasi faunistica di Monte Montiego, con sentieri che si inoltrano nel bosco, dove con un pizzico di fantasia si possono incontrare i magici abitanti. Casette dei folletti, animaletti pietrificati dalla magia della Fatina… totalmente immersi nel verde.
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Urbania
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L'antica Casteldurante si trova a 10 km da Sant'Angelo in Vado, nella valle del fiume Metauro. La "Signora del Metauro" è una cittadina ricca di tesori di arte, storia e natura. Da non perdere una visita alla chiesa dei morti, dove si trovano i corpi di 18 persone mummificate naturalmente, ognuno con una propria storia. Il luogo è noto per il curioso fenomeno della mummificazione naturale, dovuto ad una particolare muffa che ha essiccato i cadaveri succhiandone gli umori. La visita è esclusivamente guidata e ha una durata di una mezz’oretta circa, durante la quale la guida vi racconterà le storie di questi sventurati… dalla giovane donna morta di parto cesareo, al giovane accoltellato mentre danzava fino allo sventurato sepolto vivo in stato di morte apparente. Forse un po' inquietante ma molto interessante. Una visita merita sicuramente il Barco Ducale, luogo unico per bellezza, un tempo tenuta di caccia dei duchi di Urbino, nel quale è conservata splendidamente la grande villa realizzata da Francesco di Giorgio Martini per il Duca Federico II da Montefeltro, con la settecentesca chiesa centrale di San Giovanni Battista del celebre Architetto Vanvitelli. Tutto intorno si estende un meraviglioso parco dove passeggiare godendone la pace e la bellezza. Ma la città riserva la sua anima più vera e complessa all'interno delle mura, tra i vicoli del centro storico, i ponti che si affacciano sul fiume con altezze vertiginose, le botteghe artigiane di ceramica, e i molti locali dove prendersi una pausa tra una chiesa e l'altra. Il Bosco dei Folletti è un posto incantato all'interno dell'oasi faunistica di Monte Montiego, con sentieri che si inoltrano nel bosco, dove con un pizzico di fantasia si possono incontrare i magici abitanti. Casette dei folletti, animaletti pietrificati dalla magia della Fatina… totalmente immersi nel verde.
Monumento caratteristico del paese è la cosiddetta Torre delle Milizie, massiccio fortilizio quadrato coronato da beccatelli, posto a difesa dell'antico ponte a tre arcate che attraversa il Metauro. Meritano di essere ricordati, all'interno del nucleo storico, alcuni portaletti medievali e rinascimentali, compreso quello ad arco acuto di Palazzo Calistri, oltre la chiesa di S.Veneranda. Fuori dell'abitato è invece la piccola chiesa trecentesca di S.Giacomo in Campostella con affreschi del XIV e XV secolo. In una casa di campagna nei pressi di Fermignano nacque nel 1444 il celebre architetto Donato Bramante, e sempre nei pressi di Fermignano sorge la Villa Isola che nel 1575 ospitò Torquato Tasso che vi compose la famosa 'Canzone al Metauro'. Già in epoca medievale Fermignano fu caratterizzato dalla presenza di cartiere, sostituite nel nostro secolo da pastifici e lanifici. Manifestazione annuale caratteristica è il 'Palio della rana', disputato la prima domenica dopo Pasqua dalle sette contrade fermignanesi a rievocazione dell'affrancamento dal ducato di Urbino: palio preceduto da uno sfarzoso corteo storico in costume.
Fermignano
Monumento caratteristico del paese è la cosiddetta Torre delle Milizie, massiccio fortilizio quadrato coronato da beccatelli, posto a difesa dell'antico ponte a tre arcate che attraversa il Metauro. Meritano di essere ricordati, all'interno del nucleo storico, alcuni portaletti medievali e rinascimentali, compreso quello ad arco acuto di Palazzo Calistri, oltre la chiesa di S.Veneranda. Fuori dell'abitato è invece la piccola chiesa trecentesca di S.Giacomo in Campostella con affreschi del XIV e XV secolo. In una casa di campagna nei pressi di Fermignano nacque nel 1444 il celebre architetto Donato Bramante, e sempre nei pressi di Fermignano sorge la Villa Isola che nel 1575 ospitò Torquato Tasso che vi compose la famosa 'Canzone al Metauro'. Già in epoca medievale Fermignano fu caratterizzato dalla presenza di cartiere, sostituite nel nostro secolo da pastifici e lanifici. Manifestazione annuale caratteristica è il 'Palio della rana', disputato la prima domenica dopo Pasqua dalle sette contrade fermignanesi a rievocazione dell'affrancamento dal ducato di Urbino: palio preceduto da uno sfarzoso corteo storico in costume.
Alla Galleria Nazionale delle Marche, nel Palazzo Ducale di Urbino, è conservato un quadro simbolo dell’arte italiana: è la “Città ideale” attribuito a seconda dei critici a Piero della Francesca, Leon Battista Alberti, Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini e altri artisti. Ammirare questo dipinto, che come la Gioconda è nell’immaginario collettivo di tutti, è il modo migliore per capire cosa ha rappresentato Urbino per l’arte italiana e mondiale. Nel suo rigore prospettico incarna il sogno di Federico da Montefeltro, condiviso dagli artisti che lo circondavano, di costruire la città ideale del Rinascimento. Girovagando per i vicoli, i palazzi e le piazze, ci si accorge che il Duca non è poi andato tanto lontano dall’obiettivo. Il centro storico di Urbino, infatti, è tutelato come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. In poche centinaia di metri quadrati si concentra un patrimonio che ha segnato l’arte e l’architettura d’Europa per molti decenni.
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Ουρμπίνο
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Alla Galleria Nazionale delle Marche, nel Palazzo Ducale di Urbino, è conservato un quadro simbolo dell’arte italiana: è la “Città ideale” attribuito a seconda dei critici a Piero della Francesca, Leon Battista Alberti, Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini e altri artisti. Ammirare questo dipinto, che come la Gioconda è nell’immaginario collettivo di tutti, è il modo migliore per capire cosa ha rappresentato Urbino per l’arte italiana e mondiale. Nel suo rigore prospettico incarna il sogno di Federico da Montefeltro, condiviso dagli artisti che lo circondavano, di costruire la città ideale del Rinascimento. Girovagando per i vicoli, i palazzi e le piazze, ci si accorge che il Duca non è poi andato tanto lontano dall’obiettivo. Il centro storico di Urbino, infatti, è tutelato come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. In poche centinaia di metri quadrati si concentra un patrimonio che ha segnato l’arte e l’architettura d’Europa per molti decenni.
Sull’antico tracciato della Via Flaminia, lungo un tratto che costeggia il fiume Candigliano, si trova la Gola del Furlo, un canyon scavato dalla forza dell'acqua, dove la natura é padrona. In questa gola i Romani scavarono una galleria nel punto in cui il transito era più difficile (a lato di un già esistente varco di epoca etrusca). La galleria fu fatta costruire su indicazione dell’imperatore Vespasiano nel 76 dopo Cristo e tutt’oggi è aperta al transito pedonale e dei veicoli. In questa vallata le pareti rocciose si alzano per centinaia di metri tra le acque, formando così un canyon la cui profondità si è ridotta nel momento in cui fu costruita una diga, nel 1922, trasformando il corso d’acqua in un lago. Qui è stata creata la Riserva Naturale Statale Gola del Furlo, per proteggere la flora e la fauna locali. La Riserva offre diversi itinerari a piedi tra le pareti della Gola, in cui ammirare una natura spettacolare – tra praterie sommitali di ombrellifere e leguminose – a tu per tu con le aquile reali, falchi pellegrini e aironi cinerini.
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Γκόλα ντελ Φούρλο
1 Pianacce
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Sull’antico tracciato della Via Flaminia, lungo un tratto che costeggia il fiume Candigliano, si trova la Gola del Furlo, un canyon scavato dalla forza dell'acqua, dove la natura é padrona. In questa gola i Romani scavarono una galleria nel punto in cui il transito era più difficile (a lato di un già esistente varco di epoca etrusca). La galleria fu fatta costruire su indicazione dell’imperatore Vespasiano nel 76 dopo Cristo e tutt’oggi è aperta al transito pedonale e dei veicoli. In questa vallata le pareti rocciose si alzano per centinaia di metri tra le acque, formando così un canyon la cui profondità si è ridotta nel momento in cui fu costruita una diga, nel 1922, trasformando il corso d’acqua in un lago. Qui è stata creata la Riserva Naturale Statale Gola del Furlo, per proteggere la flora e la fauna locali. La Riserva offre diversi itinerari a piedi tra le pareti della Gola, in cui ammirare una natura spettacolare – tra praterie sommitali di ombrellifere e leguminose – a tu per tu con le aquile reali, falchi pellegrini e aironi cinerini.
Tra i castelli del Montefeltro ce n’è uno molto particolare, sicuramente tra i più originali al mondo: la Rocca Ubaldinesca di Sassocorvaro. La Rocca di Sassocorvaro viene unanimamente definita un capolavoro di architettura militare del XV secolo. La costruzione fu voluta dal letterato, filosofo, astrologo, mago e alchimista Ottaviano degli Ubaldini, comandato da Federico di Montefeltro, e in realtà prima di essere concepita come fortezza, fu pensata e desiderata da Ottaviano come sua residenza privata. Per questo volle fortemente che il castello – realizzato dall’architetto senese Francesco di Giorgio Martini (lo stesso del Palazzo Ducale di Urbino) – esaudisse il suo personalissimo sogno, ovvero quello di avere come dimora una “tartaruga”, simbolo per eccellenza dell’alchimia, per la quale rappresenta forza, saggezza, immortalità. La tartaruga è inoltre simbolo dell’Universo per la cultura orientale, rappresentando il dorso – a forma di cupola – il cielo, e il ventre la terra. A parte l’uso privato, la Rocca di Sassocorvaro avrebbe dovuto avere però anche una fondamentale importanza bellica, per difendere il territorio dalle insidie dei Malatesta… ma così non fu. Già in fase di costruzione fu infatti evidente che al prestigio architettonico non corrispondeva un’adeguata efficienza difensiva, dato che le forme tondeggianti riducevano la possibilità di difenderne il perimetro… ci sarebbero volute troppe sentinelle! Nonostante questo, però, l’andamento curvilineo la rendeva molto più resistente (perché ‘sfuggente’) ai colpi delle prime armi da fuoco, che proprio in quel tempo iniziavano a diffondersi. In fin dei conti la Rocca Ubaldinesca, nata da un ‘capriccio alchemico’, si rivelò un fallimento dal punto di vista militare. Ma indubbiamente è un capolavoro sotto il profilo artistico-architettonico, un esempio unico al mondo, che potete visitare tutti i giorni da aprile a settembre (9.30-12.30/15-19), mentre solo il sabato e la domenica da ottobre a marzo (9.30-12.30/14.30-18). Per informazioni: 0722.76177 Curiosità: Durante la II guerra mondiale nella Rocca di Sassocorvaro vennero nascoste oltre 10.000 opere d’arte provenienti dai principali musei italiani (tra cui la Tempesta del Giorgione, la Città ideale, 13 opere di Tiziano, 17 del Tintoretto, 4 di Piero della Francesca e altre di Raffaello, Mantegna e tanti altri) per evitare che fossero trafugate dai nazisti. A ricordo di questa colossale operazione di salvataggio oggi la Rocca ospita al suo interno il progetto Arca dell’Arte: un museo didattico dove è possibile ammirare riproduzioni a grandezza naturale delle principali opere salvate.
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Sassocorvaro
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Tra i castelli del Montefeltro ce n’è uno molto particolare, sicuramente tra i più originali al mondo: la Rocca Ubaldinesca di Sassocorvaro. La Rocca di Sassocorvaro viene unanimamente definita un capolavoro di architettura militare del XV secolo. La costruzione fu voluta dal letterato, filosofo, astrologo, mago e alchimista Ottaviano degli Ubaldini, comandato da Federico di Montefeltro, e in realtà prima di essere concepita come fortezza, fu pensata e desiderata da Ottaviano come sua residenza privata. Per questo volle fortemente che il castello – realizzato dall’architetto senese Francesco di Giorgio Martini (lo stesso del Palazzo Ducale di Urbino) – esaudisse il suo personalissimo sogno, ovvero quello di avere come dimora una “tartaruga”, simbolo per eccellenza dell’alchimia, per la quale rappresenta forza, saggezza, immortalità. La tartaruga è inoltre simbolo dell’Universo per la cultura orientale, rappresentando il dorso – a forma di cupola – il cielo, e il ventre la terra. A parte l’uso privato, la Rocca di Sassocorvaro avrebbe dovuto avere però anche una fondamentale importanza bellica, per difendere il territorio dalle insidie dei Malatesta… ma così non fu. Già in fase di costruzione fu infatti evidente che al prestigio architettonico non corrispondeva un’adeguata efficienza difensiva, dato che le forme tondeggianti riducevano la possibilità di difenderne il perimetro… ci sarebbero volute troppe sentinelle! Nonostante questo, però, l’andamento curvilineo la rendeva molto più resistente (perché ‘sfuggente’) ai colpi delle prime armi da fuoco, che proprio in quel tempo iniziavano a diffondersi. In fin dei conti la Rocca Ubaldinesca, nata da un ‘capriccio alchemico’, si rivelò un fallimento dal punto di vista militare. Ma indubbiamente è un capolavoro sotto il profilo artistico-architettonico, un esempio unico al mondo, che potete visitare tutti i giorni da aprile a settembre (9.30-12.30/15-19), mentre solo il sabato e la domenica da ottobre a marzo (9.30-12.30/14.30-18). Per informazioni: 0722.76177 Curiosità: Durante la II guerra mondiale nella Rocca di Sassocorvaro vennero nascoste oltre 10.000 opere d’arte provenienti dai principali musei italiani (tra cui la Tempesta del Giorgione, la Città ideale, 13 opere di Tiziano, 17 del Tintoretto, 4 di Piero della Francesca e altre di Raffaello, Mantegna e tanti altri) per evitare che fossero trafugate dai nazisti. A ricordo di questa colossale operazione di salvataggio oggi la Rocca ospita al suo interno il progetto Arca dell’Arte: un museo didattico dove è possibile ammirare riproduzioni a grandezza naturale delle principali opere salvate.
L’elevato numero di figure per lo più legate alla mitologia classica, l’hanno fatta battezzare “Domus del Mito”. I pavimenti musivi, di buona e ottima qualità, e per lo più splendidamente conservati, esibiscono soggetti vari che mostrano l’inserimento dell’antica città di Tifernum Mataurense nel circuito di cartoni e maestranze specializzate e la presenza in essa di una committenza colta e raffinata. Fra i temi raffigurati spiccano: Nettuno ed Anfitrite sul Carro del Trionfo condotto da cavalli marini che vi accolgono, Dioniso vi inebria e la bella Medusa vi pietrifica. A seguire, il riquadro con Scena di Caccia, la Lotta Marina nell'emblema del sontuoso mosaico del triclinio: la murena morde il polipo che agguanta l'aragosta e tutt'attorno quaranta medaglioni figurati, oltre ad un fastoso repertorio di motivi geometrici in bianco e nero. Orari: da martedì a domenica dalle 09.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.00 Biglietteria: Ufficio Turistico Piazza Umberto I (0722 88455 - 342 3557996) Biglietto € 3 (ingresso libero fino a 6 anni)
Domus del Mito
6 Via della Ghibelline
L’elevato numero di figure per lo più legate alla mitologia classica, l’hanno fatta battezzare “Domus del Mito”. I pavimenti musivi, di buona e ottima qualità, e per lo più splendidamente conservati, esibiscono soggetti vari che mostrano l’inserimento dell’antica città di Tifernum Mataurense nel circuito di cartoni e maestranze specializzate e la presenza in essa di una committenza colta e raffinata. Fra i temi raffigurati spiccano: Nettuno ed Anfitrite sul Carro del Trionfo condotto da cavalli marini che vi accolgono, Dioniso vi inebria e la bella Medusa vi pietrifica. A seguire, il riquadro con Scena di Caccia, la Lotta Marina nell'emblema del sontuoso mosaico del triclinio: la murena morde il polipo che agguanta l'aragosta e tutt'attorno quaranta medaglioni figurati, oltre ad un fastoso repertorio di motivi geometrici in bianco e nero. Orari: da martedì a domenica dalle 09.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.00 Biglietteria: Ufficio Turistico Piazza Umberto I (0722 88455 - 342 3557996) Biglietto € 3 (ingresso libero fino a 6 anni)

Attività e sport

Il golf club Alpe della Luna si trova nella vicina cittadina di Borgo Pace. Attualmente sono disponibili e giocabili sei delle nuove buche di cui si compone il progetto generale, mentre il campo pratica è dotato di oltre 10 postazioni su tappeto (è possibile praticare anche da terra). Il circolo beneficia anche di una piscina inaugurata di recente, di un bar, di un ristorante e di una bella Club House. Prossimamente saranno disponibili postazioni coperte e l'illuminazione del putting green. Orari di apertura: dal 01/10 al 31/03 è aperto dal martedi alla domenica dalle 08:30 alle 18:00 dal 01/04 al 31/09 è aperto da martedì a venerdì dalle 09:00 alle 18:00 (sabato e domenica dalle 08:00 alle 20:00). Luglio e agosto aperto anche lunedì Prezzi: Green fee campo pratica: €7,00 Gettone palline: €1,00 Green fee 12/18 buche (compreso spogliatoio, docce): €15,00 Noleggio carrello: €3,00 Noleggio sacca: €10,00 Noleggio Golf Cart: €20,00
Golf Club Alpe della Luna
2 Via Taramone
Il golf club Alpe della Luna si trova nella vicina cittadina di Borgo Pace. Attualmente sono disponibili e giocabili sei delle nuove buche di cui si compone il progetto generale, mentre il campo pratica è dotato di oltre 10 postazioni su tappeto (è possibile praticare anche da terra). Il circolo beneficia anche di una piscina inaugurata di recente, di un bar, di un ristorante e di una bella Club House. Prossimamente saranno disponibili postazioni coperte e l'illuminazione del putting green. Orari di apertura: dal 01/10 al 31/03 è aperto dal martedi alla domenica dalle 08:30 alle 18:00 dal 01/04 al 31/09 è aperto da martedì a venerdì dalle 09:00 alle 18:00 (sabato e domenica dalle 08:00 alle 20:00). Luglio e agosto aperto anche lunedì Prezzi: Green fee campo pratica: €7,00 Gettone palline: €1,00 Green fee 12/18 buche (compreso spogliatoio, docce): €15,00 Noleggio carrello: €3,00 Noleggio sacca: €10,00 Noleggio Golf Cart: €20,00